V^ Domenica del T.O. – Anno C

V^ Domenica del T.O. – Anno C

«Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio
del monte» (Lc. 4,30)
Nemo Propheta in PatriaGesù viene trattato come un traditore del popolo e la legge comanda che i traditori debbano essere uccisi (Dt 13,10-11). E chi tenta di farlo sono quelli di casa sua, i suoi familiari, i suoi compaesani. Come a dire che i legami di sangue a volte sono proprio legami di sangue!, di morte e di odio. Luca con questo episodio iniziale non fa altro che anticipare quello che sarà il destino di Gesù. Fin dall’inizio Gesù è stato rifiutato dalle persone religiose e pie. Questo perché Gesù è venuto a distruggere le basi stesse della religione, con le categorie del merito e delle virtù, dei buoni e de cattivi, del paradiso e dell’inferno, dei fedeli e degli infedeli. Gesù proclama un Dio che dimostra il suo amore a tutti quanti, perché non ha altra maniera di essere; essendo un Dio d’amore, ogni sua manifestazione sarà soltanto d’amore. E questo suscita il risentimento da parte di tutti i religiosi.
Cosa può dire a noi questo vangelo? L'”oggi” (semeron) di questo vangelo in Luca ricorre 7 volte. 7 “oggi” come 7 i sacramenti o i 7 giorni della settimana. Luca vuol dire: “Dio lo devi sperimentare oggi, adesso, qui, nel tuo presente. Perché Dio è Vivo, è Vivente: Lui viene, Lui opera, Lui c’è, Lui ti incontra oggi”. Non si può credere in Dio se mai nell'”oggi” lo si incontra. Dio non è domani, Lui è prima di tutto oggi. Lui è Vivo adesso, ora, non solo quando andremo di Là.
Il Vostro Don Giuseppe

 

30 gennaio 2016, giuseppe-saponaro