Ascensione del Signore – Anno C
«..Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. ..” (Lc. 24,51)
E loro, discepoli impauriti – motivati – impacciati, subito a porre una domanda terra terra: “Quando succederà tutto questo. Avvisaci per tempo. Signore: abbiamo paura!”. Ma non t’accorgi che l’uomo è sempre lo stesso: ieri, oggi, sempre. Subito fretta, impazienza, pretesa di essere tra quelli che assistono in anteprima alla soluzione finale. Ansia di vedere dei risultati, smania della promozione finale, istinto del successo immediato. Come a casa: tutto, subito, “si, signore”. Vuoi un contrappasso? La domenica succede proprio questo: Cristo ti porta in disparte, di da delle istruzioni e poi t’invita ad uscire “scortato” dal suo Santo Spirito. Ma ti rendi conto: noi avremmo un giorno intero per stare con Lui: la domenica. E non è solo questione di messa! Riposare la mente, dilatare il tempo, rispettare il riposo è legge divina. E’ legge al punto tale che tu pagherai quaggiù tutto il tempo che non hai usato per il riposo. Dio non scherza: ti obbliga a riposare per poter fare tutto quello che negli altri giorni ci è reso difficile: dalla scuola, dal lavoro, dagli impegni, dalla fretta. La domenica è poter fare delle cose gratis che nessuno ci chiede, ci impone, ci paga: stare con gli amici, visitare un ammalato, stare in famiglia senza orologio, organizzare una partitella, una passeggiata …Così lo persero di vista: ieri loro, oggi noi. Perché non capirono che il suo era stato uno scherzo: salire al cielo per nascondersi ovunque nella terra! Bastava scendere, abbandonare l’oratorio costruito sul monte, e rischiare. Bastava questo e lo avrebbero trovato nelle brughiere spazzate dal vento, nei fienili sconosciuti divenuti locande improvvisate, sui crinali delle montagne, sotto il letto o sui tetti della città, nel putridume di una galera. Negli occhi della gente.