4^ Domenica di Quaresima – Anno C

4^ Domenica di Quaresima – Anno C

Il Figliol prodigo

 

«….suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò ….» (Lc. 15,20) 

L’eredità spetta solo alla morte del padre, per il figlio minore è come fosse già morto? Ma il Padre in silenzio (ci fa molta rabbia), obbedisce ad un comando assurdo: prepara la metà dei suoi beni. Questo atteggiamento così rispettoso della libertà del figlio fa già intravedere la personalità stra­ordinaria di questo padre. Il “dammi” ritorna anche per il fratello maggiore: tu non mi hai mai “dato” un capretto per far festa con i miei amici (Lc 15,29). Lui si lamenta perché il Padre non gli ha “dato”. Ma quale idea di padre hanno i due figli? Per il minore è uno da cui fuggire perché è nemico della mia felicità, per il maggiore è uno da “servire”, da “obbedire ai suoi comandi”. Due figli entrambi lontani: fisicamente il minore, col cuore il maggiore. Il Padre oggi esce due volte, per entrambi i figli. La prima di corsa dice il testo (la legge ebraica vieta di correre ad un uomo adulto, per non perdere la sua dignità). Il Padre non ha paura dei giudizi, delle critiche. Lui da lontano guardava fin dal primo giorno della partenza del figlio minore, in attesa del suo ritorno. Gli corre incontro anche per evitare l’umiliazione di entrare in casa sporco, scalzo e stracciato come uno schiavo. Della seconda uscita del padre per supplicare il figlio maggiore ad entrare, non si parla di corse, però una certa fretta l’avrà avuta anche stavolta! Una fretta per ricordare al figlio che è sempre di casa, e il poter stare a casa non è una prigione ma un privilegio. Il padre ribadisce il suo punto di vista. Il suo problema non sono le novantanove pecore che sono già a posto, ma la pecora perduta, che bisogna assolutamente andare a cercare. Il confronto con il figlio maggiore, con la sua visione così severa delle cose, da vero padre, verrebbe da dire, rivela la natura singolare del padre di questa parabola. La sua passione per l’umanità perduta ha fatto sì che anche il Signore, in qualche modo, si sia perduto. Il Padre esce per abbracciarci e per supplicarci, non facciamolo aspettare troppo!

5 marzo 2016, giuseppe-saponaro