3^ Domenica di Quaresima – Anno C

3^ Domenica di Quaresima – Anno C

“No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13,5)

fico

Le vittime alle Torri Gemelle, alle stazioni di Madrid e Londra, lo tsunami asiatico, il ciclone X, l’ennesimo incidente del sabato notte, Auschwitz e Hiroshima… E tutte le vittime di attentati, massacri, incidenti, catastrofi, violenza, schiavitù, tumori, epidemie, aids… Di chi è la colpa di questi mali? C’entra Dio? Che ne pensa Lui? Come interpreta Gesù fatti del genere? Sono alcune delle molte domande che si fanno davanti a mali come questi. Anche Gesù è attento e informato sui fatti del giorno: ci riflette, li giudica con criteri propri, non secondo la mentalità corrente, ne fa un’analisi critica, li commenta in modo -diremmo noi oggi- ‘politicamente scorretto’, scomodo, controcorrente. Lo volevano coinvolgere in una critica pubblica a Pilato per un atto certamente sanguinario e sacrilego. La lezione che Gesù trae da quel fatto, come pure dalla morte di 18 persone per la caduta della torre di Siloe, va ben oltre l’interpretazione comune della maggioranza, per leggervi l’invito di Dio ad un cambio di vita, al fine di non perire tutti allo stesso modo. La tentazione era duplice: nel caso di Pilato, credere che bastasse ribellarsi e soppiantare il procuratore romano; nel caso delle vittime della torre, pensare subito ad un castigo per opera di agenti esterni o per un peccato. È la reazione più frequente e più comoda: puntare il dito sugli altri, cercare un colpevole esterno, pensare che il male sia nelle cose, credere che il male sia solo fuori di noi, vincolare sempre malattie o disgrazie a colpe commesse o a un castigo divino. Sono atteggiamenti tipici della mentalità pagana, riscontrata spesso dai missionari presso ambienti non cristiani, ma anche tra cristiani non ancora del tutto convertiti.

Gesù ci libera da quella mentalità, che: da un lato, ci impedisce di arrivare alle cause vere dei mali che ci capitano inducendoci al fatalismo e alla passività; e dall’altro lato, ci induce all’idea falsa di un Dio castigatore e interventista. Gesù va alla radice dei problemi e dei possibili cambiamenti: invita a convertirsi, a cambiare il cuore perché le cose migliorino. Le cose andranno meglio se le persone cambiano dal di dentro; solo dal cambio del cuore verrà un miglioramento delle strutture umane, religiose, socio-politiche. Questa è la notizia buona e nuova, il Vangelo che cambia la mentalità, il cuore, la vita.

27 febbraio 2016, giuseppe-saponaro